
La scena rappresentata in tecnica di acquerello e tempera su carta, è incredibilmente vivida e carica di significati nella gestualità dei due protagonisti.
Stiamo guardando il momento più malinconico di una storia tragica, quella tra la principessa Hellelil e la sua guardia del corpo Hildebrand. L’amore sbocciato tra i due giovani è ostacolato dal padre di lei: i due si amano in clandestinità, rubando momenti e carezze negli angoli segreti del palazzo finché il padre di Hellelil ordina ai suoi sette figli maschi di uccidere Hildebrand. Il giovane si difende e ne uccide sei, prima che la sua amata Hellelil implori la grazia per il fratello più piccolo.
Lui china la testa e accetta, ma l’onore è, nelle antiche ballate da cui anche questa storia è tratta, un elemento importante nelle vite dei protagonisti. Tanto importante che Hildebrand si toglie la vita per donarla al giovane avversario e rendere l’onore alla sua amata, che però sena di lui non può sopravvivere: muore anche lei. L’attimo dipinto da Burton è l’ultimo incontro tra i due giovani, un attimo di dolorosa consapevolezza: Hellelil rifiuta ciò che sta per avvenire, Hildebrand la trattiene in un gesto carico di passione, ma la rinuncia è nell’aria e li divide, in una lotta straziante tra il desiderio di essere uniti e la consapevolezza che tutto, invece, sta per finire.
The Meeting on the Turret Stairs (Hellelil and Hildebrand), 1864
Incontro sulle scale della torre, 1864, di Frederic William Burton (1816 – 1900)
Su Hellelil e Hildebrand e sulla loro tragica storia, non esiste un vero e proprio testo. Una antica ballata celtica che ne canta le vicissitudini, tramandata oralmente, fu riportata per iscritto con varie modifiche dal poeta William Morris in una poesia chiamata Earl Brand. Il testo di questa poesia è quello a cui si è ispirato Burton per il dipinto. Nel tempo si sono riunite molte ballate medievali in un unico testo inglese del 1800, chiamato Child Ballads. Qui vi appare la versione “originale” della storia usata da Morris per la sua poesia.