
Lo scultore e orefice Lorenzo Ghiberti ci ha lavorato per 27 anni, creando un’opera assolutamente unica. I riquadri in bronzo a rilievo, raffigurano scene simboliche e di grande impatto del Vecchio Testamento.
“Ci ho messo tutta la diligenza e l’amore di cui sono capace” scriveva nelle sue memorie a proposito di questo monumentale lavoro, posizionato nel 1452 e ammirato grandemente da Michelangelo che lanciò appunto il nome di “Porte del Paradiso“.
Nel corso dei secoli, le Porte del Paradiso hanno affrontato numerosi disastri, dalle alluvioni al vandalismo al più recente inquinamento. Nel 1990, smontate per ristrutturazione, ci si è accorti che l’umidità e l’inquinamento stavano creando un irreversibile problema ai bronzi, colpiti terribilmente nell’alluvione del 1996 che ne ha smontato cinque pannelli dalle cornici originali. Ripresi dai restauratori, la porta è pian piano tornata all’incredibile splendore originale. La porta Nord del Battistero, sempre opera del Ghiberti, gli fu assegnata dopo una competizione che assegnava la commissione del lavoro al vincitore. Il Ghiberti vinse contro il Brunelleschi e creò una porta a pannelli che raffigurava scene del Nuovo Testamento. Il lavoro fu così apprezzato che questa porta est gli fu assegnata senza competizione.
La porta attualmente esposta al pubblico al Battistero è una copia fedelissima di quella del Ghiberti. Per preservare l’originale dalle intemperie, si è scelto di conservare ed esporre i pannelli quattrocenteschi nel vicino Museo del Duomo.
La Porta del Paradiso, Lorenzo Ghiberti, porta est del Battistero di Firenze.