
Prima di Gustav Klimt c’è stato Hans Makart (1840-1884), un artista che si può definire a pieno titolo, nella sua gioventù, un ribelle dell’arte.
Cresciuto in una società in totale estasi per il Neoclassicismo, decide di esprimersi controcorrente, con opere dai colori carichi, atmosfere romantiche e spesso misteriose, ambientazioni scure, spesso vaghe. La Vienna che conta, cioè quella dell’Accademia dove forma la sua istruzione, lo boccia completamente definendolo un artista senza talento: allo stesso tempo colleghi pittori e collezionisti non lo degnano nemmeno di uno sguardo. L’Accademia, in fondo, ha parlato. Makart non batte ciglio e continua a perfezionare il suo stile unico che pian piano, dopo vagabondaggi in tutta Europa, inizia ad attirare l’attenzione. Arriva così il momento della dolce vendetta: l’aristocrazia e la famiglia reale lo adorano, gli viene regalato un atelier favoloso, il suo nome brilla su quello degli artisti che contano e… finisce per diventare professore all’Accademia di Vienna. Sarà in lui che Klimt troverà una direzione per la sua splendida arte.
Ritratto di Karoline Gomperz, 1870, olio su tela